Le nuove tecnologie nella scuola. Riflettere sul passato per comprendere il futuro |
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Le tecnologie non cessano di sorprenderci, con i loro nuovi e suggestivi formati, “smart mobs”, sistemi p2p, weblog ecc… Ma quando si confronta il loro impiego in ambito educativo si deve necessariamente ritornare a linguaggi e a quesiti consueti al dibattito educativo: che tipo di interazioni cognitive (ed anche affettive, psicologiche ecc..) si stabiliscono tra mente e medium? In che senso si caratterizzano questi processi? |
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Quale è la rilevanza educativa? Quali sarebbero le interazioni auspicabili? E’ una grammatica da cui non si può prescindere, pena la perdita di ogni finalità e scopo per l’attività educativa. I problemi e le riflessioni sottesi all’impatto con le tecnologie quali quelli qui accennati non sono certo nuovi, fanno parte di un dialogo che si è protratto e continuerà negli anni e che non può non investire criticamente la scuola. A Golem sono dedicati due lavori, il primo di M. Mencarelli, che presentando le tematiche affrontate dalla rivista in quegli anni, ne restituisce un profilo nel quale si riflette gran parte del dibattito teorico e culturale legato alla storia della diffusione delle nuove tecnologie nella scuola italiana; il secondo curato da M. Mencarelli e B. Andreani riporta le interviste ad alcuni dei maggiori animatori dell’esperienza, Danco Singer, M. Beatrice Logorio e Domenico Parisi. Il terzo lavoro è un intervento di Italo Tanoni che presenta una panoramica dell’introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, passando in rassegna i vari piani nazionali promossi e attuati dal MPI fino a menzionare le più recenti iniziative gestite da INDIRE. Di D. Parmigiani sono il quarto e il quinto contributo: nel primo l’autore avanza una riflessione teorica sui rapporti tra tecnica, tecnologia e didattica, mettendo in luce come questi tre termini non costituiscano tre distinti poli comunicanti in virtù di una mediazione della didattica stessa, quanto piuttosto un continuum soggetto a continue riconfigurazioni grazie alle capacità meta-progettuali dell’insegnante che possiede una competenza autenticamente didattico-tecnologica. Nel secondo si affronta il problema della formazione tecnologica degli insegnanti e viene abbozzato un modello che si rivela avvertito e attento rispetto alle precedenti esperienze del passato. Questo numero si conclude infine con due lavori realizzati da docenti impegnati nelle SSIS. In particolare, il contributo di Dall’O’ riguarda la formazione degli insegnanti in percorsi blended e pone l’accento sul valore del “sapere dinamico” di una comunità che apprende, sviluppandosi a rete e in rete a partire dal gioco delle competenze messe in campo su compiti condivisi. |
Editoriale
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